La lucertola campestre, maestra della variabilità cromatica.
a cura di Fabio Protopapa ( Herping Italia, gruppo facebook )
foto di Ugo Ferrero
Che si passeggi su prati erbosi, fino a pochi metri dalla sabbia del mare, o nei piccoli centri urbani che caratterizzano la regione Puglia, difficilmente non riusciremo a scorgere variopinti esemplari di lucertola campestre.
Oltre alla forma nominale, Podarcis s. sicula,
dell’Italia del sud e Sicilia, e alla sottospecie
Podarcis s. campestris nel resto d’Italia (di
dimensioni leggermente ridotte rispetto alla prima) sono state descritte decine
di popolazioni insulari, molto spesso tassonomicamente criticate: cito per fare
qualche esempio la conterranea P. s. aemiliani
(Capolongo,1984) degli Scogli Maggiore e Minore di
Apani a Brindisi, oppure le bellissime lucertole azzurre (P.s.
coerulea Eimer,1872) dei Faraglioni di Capri.
N.B.: Si è cercato di fare chiarezza sulla nomenclatura della Podarcis, declinabile sia al femminile “sicula” che al maschile “siculus”(da considerarsi più opportuna quest’ultima per una norma del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica).
Questa lucertola può raggiungere dimensioni notevoli, anche di circa 25cm, punta del muso-punta della coda; ma è la colorazione che ci colpisce maggiormente!
Da alcuni studi si è evinto che la variabilità cromatica ha importanti funzioni sociali. Gli individui con colorazione brillante e con macchie più evidenti sarebbero di solito i maschi gerarchicamente superiori, e dunque più visibili per le pretendenti. Ecco perché i piccoli e alcuni maschi “meno aitanti” assumerebbero colori più smorzati come le femmine, per evitare di essere attaccati a morsi dai rivali dominanti!
Il dorso può avere un colore verde, bruno o grigio con macchiettature nere di forma variabile oppure reticolate. Tipiche sono delle piccole macchie azzurre a livello della regione ascellare. Si notano spesso individui con zona ventrale colorata di arancio. Solitamente è di colore chiaro, bianco-grigiastra. Diversamente dalla Lucertola muraiola, la gola della Lucertola campestre appare senza macchiettature.
Per visualizzare in un altra pagina le foto di sopra clikka qui
La colorazione nei Rettili è determinata da vari pigmenti assunti con la dieta (carotenoidi e pteridine che danno il colore giallo, rosso, arancio) e da cellule chiamate cromatofori che si espandono e si contraggono facendo assumere diverse tonalità all’animale come accade nel camaleonte grazie ai melanofori (colore nero), xantofori (giallo) e iridofori (responsabili della brillantezza metallica grazie alla guanina). I cromatofori sono controllati sia dal Sistema Nervoso che dagli Ormoni in circolo. Grazie a queste speciali cellule, le Podarcis riescono a modificare a piacimento la loro colorazione per assorbire o meno la luce e cambiare tonalità.
La dieta fatta di determinati insetti o sostanze vegetali sicuramente può influire in maniera significativa sull’apporto del colore arancio.
Dalle mie osservazioni confermate anche dalle foto dettagliate e bellissime di Ugo Ferrero, appare evidente come al variare dell’habitat varia anche la colorazione della lucertola (ossia il suo fenotipo). Ad esempio possiamo notare una colorazione bruna del dorso con ventre arancione, lì dove i terreni sono argillosi e poveri di vegetazione e magari con abbondanza di sassi. Divengono verdoni con ventre aranciato (il più delle volte solo su addome e coda) nei boschi di quercia o di aghifoglie. Il verde brillante reticolato di nero con la pancia chiara invece è il fenotipo più presente dove i terreni sono calcarei con erba alta e soleggiati.
In una delle escursioni al Bosco Cuturi (Manduria) insieme al caro amico Giuseppe Mascia, ipotizzammo anche una certa stagionalità del colore legata non solo all’umidità e temperatura ambientale ma anche alla vegetazione secca di colore giallo-bruno che caratterizza i periodi estivi-autunnali e l’esposizione ai raggi solari.
Inoltre i vari pattern contribuiscono al mimetismo criptico, ossia l’avere una colorazione tale da permettere di confondersi con l’ambiente circostante per eludere i predatori naturali come i serpenti e alcuni uccelli e mammiferi.
Ovviamente le mie sono considerazioni che andrebbero studiate più approfonditamente in modo da dimostrare l’esatta correlazione su tipo di ambiente e animali/fenotipi che lo frequentano!
E’ facile distinguere i maschi: hanno una testa molto più grande delle femmine, sono più imponenti, solitamente più colorati e inoltre hanno pori femorali ben sviluppati sulle zampe posteriori. Nel periodo dell’accoppiamento la violenza dei maschi diviene massima, scacciano gli intrusi dal proprio territorio e mordono le compagne per tenerle ferme durante la copula ( vedi video a fine pagina ). Addirittura nelle femmine possiamo osservare segni triangolari dei morsi del maschio immediatamente dietro le zampe anteriori. Le uova deposte sono 2-5 per volta, anche 12 e per 2-3 deposizioni all’anno, nascoste in muretti a secco, sotto pietre o tra la macchia arbustiva.
Per capire se un prato è in buona salute, basta cercare questi coloratissimi esseri. Sono infatti degli ottimi indicatori biologici: se vengono utilizzati erbicidi o lumachicidi probabilmente verrà a mancare la disponibilità di nutrimento (insetti, molluschi e sostanze vegetali) per permetterle la sopravvivenza. Di conseguenza anche i diretti predatori della Podarcis come ad esempio i serpenti, alcuni uccelli e altri mammiferi, subiranno un declino rapido e inarrestabile.
Mio padre mi raccontò un giorno di una leggendaria e portafortuna - lucertola a due code. Questo mito narra che avere una lucertola con due code in tasca apporti al possessore dei benefici pecuniari; tutto ciò è ricollegato ad un mito greco riguardante Pluto (o Plutone), la divinità della ricchezza raffigurato spesso con due code.
Come ben sappiamo l’autotomia (ossia la perdita spontanea della coda) è una raffinatezza nel mondo dei rettili: perdere un’appendice senza avere emorragia (= perdita di sangue), per distrarre l’aggressore e salvarsi così la pelle. Una volta persa la propria estremità, di routine si avrà la ricrescita di una nuova coda. Per alcuni errori cellulari però può accadere che ne crescano ben due… ecco spiegata la rarità dei casi di segnalazione dei pochi esemplari viventi con questo strano difetto.
Osservando oggi con occhi diversi questi splendidi rettili, mi sovviene quando da bambino utilizzavo dei metodi, un po’ crudeli ma efficaci, per catturare queste piccole e veloci creature: utilizzando la flessibilità della pianta dell’Avena sterilis, si costruiva un cappio da infilare al collo della lucertola termoregolante (la quale scappando rimaneva naturalmente intrappolata), infischiandomene dunque della Convenzione di Berna che protegge la flora e la fauna locale (a quel tempo non sapevo nemmeno che tutti i rettili e gli anfibi italiani fossero protetti da leggi internazionali). Ovviamente gli esemplari venivano rilasciati subito dopo, nel luogo in cui erano stati catturati.
Un po’ rimpiango quelle scene bucoliche che ci vedevano
protagonisti, insieme alla Natura, dei pomeriggi soleggiati primaverili-estivi.
E vorrei dunque poter vedere sempre più bambini giocare nell’erba alta e
riconoscere la fauna autoctona…vorrei vedere ancora quel contatto con la Natura
che può renderci persone migliori e più rispettose!!!
“Non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e
ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la Natura, poiché non
lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche
senso astratto. Dobbiamo fare spazio alla Natura nel nostro cuore.” (Stephen Jay
Gould)