Il Rock’n’roll estivo
della campagna.
L’estate è sinonimo di vacanza, relax, sole, mare, ma no
solo, anche di profumi, sapori e suoni. In estate, passeggiando per la campagna,
i nostri sensi vengono stregati dal profumo della terra arida e dell’erba secca,
dal calore dei raggi del sole, dal verdeggiare delle querce e degli ulivi, dal
canto soave dei passeriformi, dal ronzio delle api in cerca dell’ultimo fiore…
le passeggiate in campagna in periodo estivo nascondono sempre mille emozioni e
possono dar luogo a incontri veramente unici! Passo per passo, assaporando di
tanto in tanto una mora, una mandorla, un fico, accarezzando le piccolissime
olive poste a grappoli sui rametti, come minuscole sfere ricche di promesse, dal
silenzio più assoluto ecco partire un ritmo progressivo, regolare, a cui
rispondono le dolci note del cinguettio degli uccelli e il cupo canto delle rane
di uno stagno vicino. Dopo il primo, ecco il secondo ritmo, poi il terzo, il
decimo, il millesimo! E’ il ritmo delle cicale, che danno vita ad un vero e
proprio concerto! E’ il Rock’n’roll estivo della campagna, una musica che ti
risolleva l’anima, te la avvolge e ti rapisce! Come le note di una band di
musicisti che suonano col cuore, la melodia si diffonde nello spazio e ti fa
perdere la concezione del tempo.
sopra: una cicala ha appena compiuto l'ultima metamorfosi !
Questo ritmo non è solo suono, musica, ma anche qualcos’altro…
è puro amore! Le cicale, infatti, emettono questo suono proprio nel periodo
degli amori e ad emetterlo sono solo i maschi, i quali possiedono un particolare
organo stridulatore in zona addominale che produce il cosiddetto “frinire” della
cicala, con funzione di attrazione verso la femmina, la quale rimane incantata
dalle note del maschio, per dar vita poi all’atto più importante per tutte le
specie viventi sulla terra: la riproduzione!
Ma partiamo proprio da qui, dalla riproduzione…
Durante l’accoppiamento, maschio e femmina rimangono uniti
per diversi minuti, dopodiché si separano una volta avvenuta la fecondazione. La
femmina depone le uova sulla vegetazione bassa e le larve che si sviluppano
intraprendono da subito la loro vita sotterranea, la quale può durare diversi
anni. La durata della vita ipogea delle larve di cicala non è ben definita
scientificamente, ma alcune teorie a riguardo sostengono che in alcune specie di
cicala possa durare addirittura fino a 17 anni!!! Questo è solo il primo dei
misteriosi segreti della cicala… non si è ancora capito, infatti, come facciano
le ninfe di cicala appartenenti alla stessa generazione ad uscire dal sottosuolo
nel medesimo anno, nella medesima calda notte d’estate; un mistero ancora
irrisolto. Alcune teorie a riguardo sostengono che le cicale abbiano un vero e
proprio orologio biologico al loro interno, in grado di regolare gli anni
necessari affinché le ninfe giungano a maturità, ma questa teoria non è ancora
stata confermata.
La larva delle specie
Cicada orni (nome comune
“cicala del frassino”) e Tibicen plebejus,
le specie più diffuse nel Bacino del Mediterraneo, nel sottosuolo affronta
diversi stadi di metamorfosi attraverso i quali si trasforma dapprima nello
stadio di pre-ninfa, poi in
ninfa ed infine in
ninfa matura, ovvero uno stadio in
cui la cicala ormai matura e con tutti gli organi dell’individuo adulto,
comprese le ali ancora ripiegate in abbozzi alari, si presenta racchiusa
nell’involucro ninfale. Le ninfe mature, grazie agli arti anteriori modificati
in “zampe fossorie”, ovvero zampe
adatte a scavare nel terreno, fuoriescono dal sottosuolo e raggiungono l’albero
più vicino, dove cominciano una lenta e progressiva arrampicata. Questo processo
comincia subito dopo il tramonto, quindi nelle prime ore di buio, nelle serate
più calde dell’estate.
sopra: una cicala ha appena abbandonato la vita sotterranea e sale su un albero, la sua futura casa.
Raggiunta l’altezza desiderata, solitamente da 0,5 a 3 metri,
la ninfa matura si ferma e ha inizio la lenta fase di muta o esuviamento.
Durante questo processo, sull’esoscheletro ormai divenuto esuvia, si apre una
fessura all’altezza del torace dalla quale la cicala adulta comincia ad uscire…
dapprima la cicala fa uscire il capo, poi il torace con annesse le ali ancora
ripiegate e le zampe, ed infine l’addome. Dopo l’esuviamento, la cicala si
aggrappa alla propria esuvia e comincia il processo di dispiegamento delle ali,
che può durare anche 15 minuti: le ali si distendono, si irrigidiscono e sono
pronte a svolgere la loro funzione di volo. Durante questo processo può capitare
che le ali rimangano ripiegate, oppure che esse si distendano solo parzialmente,
compromettendo la capacità di volo della cicala e quindi aumentando le
probabilità di predazione. Distese le ali, la cicala rimane attaccata alla
propria esuvia per tutta la notte e presenta un cromatismo chiaro, tendente al
bianco, con stupendi riflessi blu-verdastri.
sopra: la nuova vita della cicala ha inizio !
Nel video che segue si può notare in una sequenza d'immagini tutte le fasi del'esuviamento.
Giunto il giorno, la luce del sole agisce sui pigmenti
dell’epidermide donando un cromatismo più scuro alla cicala, che va dal grigio,
al nero fino al marrone delle venature alari.
sopra: cicala adulta
La cicala maschio comincia fin da subito la ricerca della
femmina attraverso il “frinire” del suo organo stridulatore. Quest’organo è
formato essenzialmente da lamine membranacee dette timballi o timpani, le quali
vibrano per azione di specifici gruppi muscolari producendo il suono che viene
poi amplificato da particolari sacche d’aria poste sempre in zona addominale.
Nelle giornate più calde e soleggiate, in pineta e negli
oliveti, si può udire all’unisono il canto di centinaia di cicale, un canto
interminabile, spensierato, mentre tutt’intorno gli altri insetti quasi
freneticamente si mettono all’opera nella dura ricerca del cibo e del partner
con cui portare avanti la specie, un po’ come nella famosa storiella de “La
Cicala e la Formica”, in cui la cicala spensierata continuava a cantare felice
chiedendo alla formica il perché del suo frenetico e continuo lavoro alla
ricerca del cibo; questa storiella ha in sé una realtà molto importante della
vita della cicala: la cicala, infatti, raggiunta l’età adulta, si nutre
pochissimo e passa la maggior parte del tempo a cercare la femmina con cui
riprodursi… e canta, e canta incessantemente
trascorrendo lunghi periodi di digiuno, un digiuno da un lato necessario,
dall’altro massacrante, in quanto dopo l’accoppiamento e a causa delle ultime
energie consumate proprio nell’estremo
atto d’amore, il destino di una cicala maschio adulta è uno solo: la
morte. La femmina di cicala non è in grado di produrre il suono emesso dal
maschio, ma produce anch’essa un particolare suono che ha una duplice funzione,
ovvero attirare l’attenzione del partner e spaventare eventuali predatori;
questo suono è simile allo schioccare delle dita e viene prodotto tramite un
veloce movimento delle ali. Come il maschio, anche la femmina, dopo
l’accoppiamento e la successiva deposizione delle uova, è destinata a morire.
La morte, nel caso della cicala, non è da considerare la fine
della vita, bensì l’inizio di nuova vita, quindi un sacrificio che permette a
questa specie di riprodursi e di proseguire quel lunghissimo ed incredibile
viaggio che è l’evoluzione.
Il filosofo romano Marco Tullio Cicerone, in un suo scritto
sosteneva che “una vita senza musica è
come un corpo senz’anima …” la
musica per la cicala è proprio questo, è l’anima! Senza la musica, la cicala non
potrebbe riprodursi, non potrebbe esistere, non avrebbe un’anima.
Un animale incantevole, che riesce a regalarci emozioni
uniche e che ci trasmette quella sensazione di libertà, benessere e
spensieratezza. Un animale anche molto delicato, in quanto molto sensibile
all’inquinamento e alla presenza di insetticidi nell’ambiente. Un animale quindi
da preservare, da ascoltare con meraviglia, magari distesi su di un morbido
letto di aghi di pino, con il sottofondo delle onde del mare, in una calda ma
piacevole giornata d’estate.